Bloodborne: cosa accadde al Villagio dei Pescatori

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Il Villaggio dei Pescatori è l’ultima delle aree di gioco che si incontrano in Bloodborne. In termini di lore, però, è una delle zone che sta alle origini. Qui, gli studiosi di Byrgenwerth si macchiarono di crimini e violenze che cambiarono profondamente la storia.

Kos
Kos (Fonte: Bloodborne Official Artwork)

Kos e la vita al Villaggio dei Pescatori

Lontano da Yharnam sorgeva un piccolo villaggio di umili pescatori, cresciuto sulla riva dell’oceano. Un luogo dove le giornate trascorrevano tutte uguali e senza nessun tipo di eccezionalità. Vi fu un momento, però, dove le cose cambiarono improvvisamente.

Dalle profondità del mare si affacciò, sulla spiaggia del villaggio, un Grande Essere: Kos. Pare che essa avesse scelto le rive del piccolo paese per portare a termine la propria gravidanza.

Proprio come accadde con le popolazioni di Pthumeru, negli antichi labirinti, tra Kos e gli abitanti del villaggio si instaurò un rapporto simbiotico. I pescatori veneravano il Grande Essere, la proteggevano e la accudivano. Dal canto suo Kos regalava loro frammenti di Verità Assolute.

O, almeno, questo è quello che narrava la leggenda.

Byrgenwerth e lo studio delle Verità del Cosmo

A Yharnam, nel frattempo, Mastro Willem, il rettore dell’Accademia di Byrgenwerth, portava avanti i suoi studi sulle Verità Straordinarie del Cosmo. Le sue ricerche erano iniziate con l’esplorazione dei Grandi Labirinti, dove, anni prima, pthumeriani e Grandi Esseri vivevano a stretto contatto. Una convivenza che portò gli abitanti degli antichi labirinti a sviluppare qualità straordinarie.

Si trattava di studi archeologici, orientati all’osservazione di antiche civiltà del passato. Non è difficile da immaginare, dunque, che Mastro Willem potesse essere attratto dalle informazioni che giungevano dal Villaggio dei Pescatori. Si stava ripetendo quanto accaduto da Pthumeru? O si trattava di leggende e superstizioni?

L’unica soluzione era toccare con mano quanto raccontavano i dispacci. Così Mastro Willem organizzò una prima spedizione esplorativa al Villaggio dei Pescatori. Al viaggio, presero parte, oltre al rettore, anche Micolash, Gehrman, Lady Maria e Rom. Tutti studenti dell’Accademia.

L'Accademia di Byrgenwerth
L’Accademia di Byrgenwerth

Il ritorno a Byrgenwerth e l’ascesa di Rom

Una volta giunti al Villaggio dei Pescatori, Willem e i suoi allievi rimasero delusi. Trovarono un piccolo paese abitato da gente semplice. E il rapporto con il Grande Essere Kos appariva unidirezionale. I paesani, effettivamente, la veneravano, ma non sembravano manifestare nessun tipo di abilità straordinaria, né vi erano segni dei frammenti di conoscenza che Willem si aspettava di trovare. Insomma, un buco nell’acqua

Per questo motivo gli studiosi di Byrgenwerth decisero di tornare indietro. Ma una volta giunti all’accademia la studentessa Rom iniziò a cambiare. Non sappiamo esattamente in quale momento prese consapevolezza delle Verità del Cosmo. Quello che sappiamo, però, è che ciò accadde.

Il contatto con Kos e l’applicazione degli insegnamenti di Willem permisero a Rom di sviluppare i tanto ricercati occhi interiori e di raggiungere una quantità di insight necessaria per trasformarsi in un Grande Essere. Essa assunse le sembianze di un gigantesco ragno e andò a dimorare in un piano di esistenza contiguo a Byrgenwerth: il Lago della Luna.

Insomma, la prova che ci fu un vero e proprio contatto tra lei e Kos e un’effettiva trasmissione di conoscenza. Agli occhi degli uomini, tuttavia, Rom risultava privo di ragione e intelletto. Divenne per tutti: Rom, il ragno ottuso (o vacuo).

Rom, il Ragno Ottuso
Rom, il Ragno Ottuso

Il ritorno al Villaggio dei Pescatori e la nascita dell’Incubo del Cacciatore

Il miracolo che vide protagonista la ricercatrice Rom, spinse Willem e i suoi allievi a tornare al villaggio. Perché a lei sì e a loro no?

La nuova spedizione fu tutt’altro che pacifica. Gli studiosi si accanirono sul corpo di Kos e sugli abitanti del borgo, alla ricerca di qualsiasi traccia delle conoscenze cosmiche raggiunte dalla loro collega Rom. Non trovarono nulla, ma il risultato fu una carneficina. Il Grande Essere venne ucciso e la popolazione sterminata.

La strage del Villaggio dei Pescatori e la profanazione di Kos (e dell’Orfano che portava in grembo) lasciarono profonde cicatrici nella psiche di Lady Maria. È probabile che sia stata lei stessa, insieme a Gehrman, a compiere l’assassinio del Grande Essere, accecata dalle sue ambizioni.

Ma la carneficina compiuta sugli abitanti del villaggio fece crescere, in Lady Maria, un angosciante senso di colpa. Presa dallo sconforto, gettò la sua arma prediletta, il Rakuyo, nel pozzo del paese, ripromettendosi di non impugnarla mai più.

Rientrata all’Edificio Ricerche (la struttura che gestiva per conto di Willem) non trovò pace. Fu colta dalla terribile consapevolezza di essere l’artefice di un altro silenzioso massacro, quello degli abitanti di Yharnam, che nel frattempo venivano usati come cavie per un altro tipo di ricerca: quella sul sangue antico.

Era troppo. Qual era il prezzo da pagare per la ricerca della Verità? Quanti altri sarebbero dovuti morire sul cammino che portava alla conoscenza del Cosmo? Il peso da portare si fece insostenibile. Lady Maria salì nella sala più alta della Torre dell’Orologio Astrale e si tolse la vita.

Il suo sacrificio, unito al pianto disperato dell’Orfano di Kos, diede vita all’Incubo del Cacciatore: un piano di esistenza onirico parallelo a quello degli uomini. La sua struttura ricorda un girone infernale, nato per nascondere il suo macabro segreto e punire per l’eternità i cacciatori ebbri di sangue di qualsiasi epoca. Tutti quanti destinati a combattere un’eterna Notte della Caccia tra le strade insanguinate di ciò che resta della città di Yharnam.

Incubo del Cacciatore Bloodborne
L’Incubo del Cacciatore, una delle aree del DLC di Bloodborne (Fonte: Bloodborne Official Artwork)

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